Dopo la procedura di infrazione della Commissione Europea e la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, il TAR Bologna condanna il Ministero della Giustizia al versamento di tutti i contributi assistenziali e previdenziali omessi per l’intera carriera ultraventennale di un ex Giudice di pace, riconosciuto quale lavoratore dipendente in base alle Direttive UE. Il Ministero dovrà ricostruire la carriera del Giudice di Pace, secondo i criteri di legge utilizzati per un magistrato ordinario di prima nomina, con condanna al pagamento delle rilevanti differenze retributive, oltre interessi. Il Tribunale dichiara, inoltre, illegittimo non aver assunto il Giudice di Pace a tempo indeterminato con contratti precari, rinnovati di anno in anno, condannando, dunque, lo Stato a risarcire i danni.
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