Con il presente volume, gli autori intendono svelare finalmente l’identità e l’incidenza della Corte di Strasburgo nel mondo giuridico italiano. Il tutto attraverso la cognizione ormai chiara ed indiscussa dei rapporti tra l’ordinamento interno e quello internazionale ed i termini ed i limiti effettivi della supremazia di quest’ultimo, le difficoltà applicative dei principi sanciti della Corte di Strasburgo e la corrosione ed il definitivo abbattimento del muro innalzato dai giudici italiani, forse inutilmente portati a difendersi da un ordinamento più moderno ed efficace rispetto a quello domestico, troppo sordo e cieco rispetto alle doglianze di chi è leso dalla violazione di un diritto costituzionalmente garantito ex art. 111 Cost.
La lettura che dà la Suprema Corte nelle sentenze a SS. UU., analizzate nel presente volume, dei principi e parametri della Corte di Strasburgo, oramai recepiti, appare quantomai volta a dare sostanza alla nazionalizzazione di un procedimento monco come quello della legge nr. 89/2001. Quest’ultimo è stato riempito di linfa vitale e di modalità applicative che fissano, almeno in linea di principio, l’uniformità dei criteri guida cui i Giudici delle Corti di Appello devono adeguarsi garantendo oggi più che mai l’applicazione del diritto vivente della “Corte” nelle “Corti” valorizzando il famoso principio di “sussidiarietà” che è alla base delle relazioni tra i diversi organi di giurisdizione.
Il presente testo, aggiornato ai più recenti interventi della Corte, si propone di suggerire anche modalità di redazione dei ricorsi, soprattutto all’esito delle novità giurisprudenziali all’uopo selezionate.