Il 21 Dicembre 2010, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso ben 475 condanne nei confronti dell’Italia, per violazione degli artt. 6 e 1 Prot. I della Convenzione, nell’ambito del caso Gaglione c. Italia.
In particolare, i ricorsi da cui origina la sentenza, lamentavano l’eccessiva durata delle procedure di esecuzione delle sentenze rese ex l. Pinto. Nel 65% dei casi le doglianze riguardano ritardi che superano i 19 mesi. Le somme non ancora corrisposte agli aventi diritto variano da un minimo di 200 ad un massimo di 13.000 euro.
Lo stato italiano, da parte sua, ricevuta la comunicazione sui casi, aveva risposto osservando che ai ricorrenti sarebbero stati riconosciuti gli interessi moratori e che, in ogni caso, questi avrebbero potuto instaurare delle nuove procedure ex l. Pinto.
La Corte ha ritenuto invece che la corresponsione degli interessi moratori non soddisfi i danni morali patiti, e che richiedere che si instaurino nuove procedure ex l. Pinto significherebbe, di fatto, costringere i ricorrenti a percorrere e ripercorrere un circolo vizioso.
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Dic
2010